Una panoramica storica e naturalistica sul Parco

Parco dei Fontanili


I fontanili possono definirsi micro-ambienti artificiali. La loro origine risale al XI – XII secolo; tali opere incanalano le risorgive naturali allo scopo di drenare le acque che affiorano naturalmente e inondano vaste superfici di piano, bonificando così i terreni e rendendoli adatti alle coltivazioni. In passato tutta l’area di Capralba era una zona molto soggetta a fenomeni paludosi. I fontanili hanno avuto un ruolo nella bonifica del territorio poiché l’apertura di una testa di fonte produce nei terreni vicini una depressione nella superficie della falda freatica, questo richiama acqua nel capofonte (dove sgorga l’acqua) e il materiale di piccole dimensioni viene portato via. La conseguenza è che a lungo andare aumenta il drenaggio dell’acqua ed evita fenomeni di ristagno dell’acqua.

Abbiamo detto che i fontanili incanalano le risorgive naturali, ma cosa sarebbero? Con “risorgiva” si intende un affioramento naturale dell’acqua presente nella falda acquifera. Le acque scendono nel sottosuolo in aree prealpine e affiorano nuovamente in pianura. Con il termine “fontanile” s’intende l’artificio con cui una risorgiva viene imbrigliata e quindi gestita: il termine fa chiaramente riferimento a “fontana” che, comunemente si riferisce ad artefatti che hanno lo scopo di captare e convogliare acque sotterranee o affioranti.

Anticamente il loro utilizzo era molto probabilmente promiscuo, è presumibile infatti che dal capofonte si attingesse acqua per uso potabile, mentre l’asta del fontanile portava l’acqua ai campi per l’irrigazione. Un’altra importante funzione assolta dai fontanili, in molti casi il motivo originario e prevalente della loro stessa creazione, era il contributo da esso portato, alla bonifica delle terre paludose. La captazione delle acque freatiche mediante lo scavo del capofonte, costituiva un valido artificio atto a favorire il deflusso delle acque ristagnanti ed il miglior sistema di drenaggio applicato a terreni particolarmente votati all’impaludamento.

LA STRUTTURA DEI FONTANILI
Qualche termine tecnico:

La struttura tradizionale di un fontanile consiste di un capofonte o testa di fontanile che è uno scavo, di volume e superficie variabile, dove sono ospitate le polle risorgive o occhi di fontana. Dal capofonte si diparte un’asta o canale con il compito di far defluire l’acqua e di portarla ai terreni circostanti. Spesso dai fontanili originano delle rogge (Roggia Quarantina, Roggia Ora, ecc..).


Solitamente l’asta presenta una pendenza maggiore nel primo tratto in modo da facilitare il deflusso dell’acqua. A volte, la testa, risulta separata dall’ asta mediante una strozzatura più o meno marcata, detta collo. Sul fondo del fontanile sgorgano le acque sorgive che vengono normalmente costrette in tini di legno o di cemento, aventi un diametro variabile da 50 a 120 cm. Il modello più antico di struttura di captazione dell’acqua sorgiva era costituito da muri in mattoni, fenestrati a diverse altezze, dai quali fuoriusciva l’acqua.


I fontanili oggi


Oggigiorno i fontanili hanno interesse prevalentemente paesaggistico ed ecologico. La vegetazione della riva della testa e dell’asta dei fontanili dovrebbe rappresentare l’antica formazione boschiva della Pianura Padana con l’aggiunta di specie igrofile. Vi sono quindi salici e ontani in prossimità dell’acqua, ma la specie più presente è la robinia, che forma boschetti intorno ai fontanili. Vi si trovano anche aceri, querce, pioppi neri e bianchi, ontani neri, olmi, salici, carpini, platani, noccioli, sanguinelli, sambuchi, viburni. La fauna tipica dei fontanili è rappresentata dalle gallinelle d’acqua. Tuttavia, vi si possono trovare anche conigli selvatici, donnole, lepri e, più frequentemente, talpe ed arvicole.

Il Parco dei fontanili di Capralba è un PLIS (parco locale di interesse sovracomunale) che è stato riconosciuto dalla provincia di Cremona. Tale parco fa parte anche del progetto della provincia di Cremona denominato “Il territorio come ecomuseo”.